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Cos’è l’Atto di Benestare nella Cessione del Quinto?

Atto di benestare nella cessione del quinto

L’atto di benestare è un documento che decreta la fine dell’iter di richiesta della cessione del quinto. Questo tipo di finanziamento parte infatti dalla presentazione dei documenti necessari affinché la finanziaria possa valutare l’affidabilità del richiedente, passa per l’approvazione della pratica e termina con l’atto di benestare, un documento non obbligatorio dato che la legge non lo prevede espressamente.
L’atto in questione varia a seconda che riguardi un lavoratore dipendente statale, pubblico o privato oppure un pensionato, ma normalmente deve indicare tutti gli estremi del prestito come il numero di rate, eventuali altri impegni da estinguere e il mese d’inizio della trattenuta (decorrenza).

Qual è l’iter per ottenere l’atto di benestare?

Successivamente alla firma del contratto di finanziamento, l’atto di benestare è inviato (mediante posta raccomandata o posta elettronica certificata – PEC), insieme alla copia del contratto stesso, alla società dove lavora il dipendente che ha richiesto la cessione del quinto, oppure all’INPS, se concerne il finanziamento a pensionati. In tal modo, quando l’amministrazione (ATC – Amministrazione Terza Ceduta) del dipendente o del pensionato riceve tale documento, viene a sapere che l’operazione è in via di conclusione.
L’amministrazione del richiedente comincia quindi ad effettuare i controlli in base ai dati presenti nell’atto di benestare e nel contratto di cessione del quinto, verificandone l’attendibilità.
Se tali informazioni risultano inesatte, l’amministrazione notifica alla finanziaria i dati da modificare. Ciò spesso comporta l’emissione di un nuovo contratto e la ripetizione dell’iter di notifica.
Se invece le informazioni sull’atto di benestare sono corrette, l’approva e lo spedisce alla finanziaria.
Quest’ultima ha così la possibilità di liquidare la cessione del quinto (o la delega di pagamento), cioè ad emettere l’assegno o ad effettuare il bonifico al cliente.

Ovviamente l’atto di benestare può riferirsi anche ad un’operazione di cessione del quinto che oltrepassa il termine di quiescenza, cioè la data di pensionamento; in tal caso la trattenuta, inizialmente di competenza della Ragioneria di Stato, passerà all’INPS.
In caso di licenziamento o dimissioni del dipendente, il datore di lavoro dovrà invece avvisare la finanziaria che quantificherà il debito residuo e gli richiederà il versamento del TFR accantonato; se questo non riuscirà a ricoprire tutto il debito, la parte rimanente sarà ovviamente a carico dell’ex dipendente.

Infine, in caso di decesso, il prestito è comunque assicurato contro il rischio di premorienza e quindi sarà la compagnia assicuratrice a saldare il debito.

Quali sono i tempi di rilascio dell’atto di benestare?

Nel momento in cui si arriva alla firma dell’atto di benestare, il cliente è consapevole che manca poco per assicurarsi lo stanziamento delle somme richieste. Normalmente le amministrazioni sono comunque veloci (pochi giorni) nel restituire il documento firmato.

A volte, specialmente per chi rinnova un prestito già attivo, i tempi si dilatano finché non viene dimostrata l’estinzione del pregresso carico visibile in busta paga o sulla pensione.
In presenza di precedenti trattenute in corso, l’amministrazione potrà infatti:
– siglare l’atto inserendo la nota che si attiverà successivamente alla ricezione delle liberatorie e delle ricevute dei debiti da saldare
– siglare una lettera di priorità per comunicare alla finanziaria che, nel caso di estinzione anticipata dei debiti correnti, la medesima avrà la priorità nel notificare la nuova cessione del quinto. Tramite la lettera di priorità la finanziaria estinguerà i debiti (solitamente il residuo di una precedente cessione del quinto) e fornirà ricevuta di avvenuto bonifico (comprensivo del codice riferimento operazione del bonifico bancario – CRO).
È possibile che l’amministrazione INPS, prima di apporre la firma all’atto di benestare, richieda un documento liberatorio alla finanziaria precedente

Cosa succede se l’azienda non firma l’atto di benestare?

Può accadere che un’azienda decida di non firmare, per una propria politica aziendale, l’atto di benestare. La conseguenza di questo rifiuto causerà un allungamento dell’iter di conferimento della cessione del quinto, che sarà risolto attraverso l’invio alla finanziaria della prima busta paga utile sulla quale verrà eseguita la trattenuta relativa alla cessione.

Si può dunque concludere che, in una procedura per l’ottenimento della cessione del quinto, l’atto di benestare è il documento conclusivo attraverso il quale l’amministrazione, a cui viene reso noto il contratto di cessione, si impegna ad erogare ogni mese il versamento delle rate del prestito.

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Cos’è l’Atto di Benestare nella Cessione del Quinto? ultima modifica: 2019-09-06T13:43:15+00:00 da Andrea Pacchiarotti
Data: 6 Settembre 2019

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